Le lettere segrete di Jo by Gabrielle Donnelly

Le lettere segrete di Jo by Gabrielle Donnelly

autore:Gabrielle Donnelly [Donnelly, Gabrielle]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-03-24T16:26:56+00:00


Non rispose, ma guardando la madre negli occhi notò un certo turbamento.

«Lulu, c’è qualcosa che vorresti dirmi?»

«Niente affatto. Ora devo andare a casa, mamma. Ci vediamo domenica per il brunch, ok?»

La domenica, però, il brunch a casa dei suoi non ci fu. Sabato sera Fee chiamò Emma per dirle che David sarebbe tornato presto da Cambridge e che avrebbero pranzato insieme da soli.

«Aveva l’aria misteriosa» commentò Emma quando le ragazze si furono riunite a casa di Charlie, dove Lulu si era offerta di cucinare. «Credo che avessero in mente qualcosa di romantico.»

«Bleah.» Sophie si coprì gli occhi con le mani e scosse la testa.

«Che schifo, che schifo, che schifo. È la cosa più disgustosa che io possa immaginare.»

«Non essere volgare» le disse Emma. «È bel o che siano romantici. Spero proprio che fra trent’anni Matthew e io lo saremo ancora.»

Lulu grugnì dal ripiano dove stava affettando pomodori, peperoni e melanzane per la ratatouil e. Non aveva detto né al e sorel e né a Charlie quel o che aveva sentito in settimana e le notti seguenti non aveva dormito bene. «Sì, a patto che lo siate tra di voi» commentò.

«Lulu!» Emma la guardò turbata. «È una cosa orribile da dire.»

«Non si sa mai» rispose la sorel a. «Intendevo solo questo.»

«Ignora quel a bisbetica» disse Sophie. «È così da ieri. Tutta colpa del pub, sono tremendi con lei.»

«Però non c’è bisogno di rifarsela con noi» concluse Emma. «E

a proposito di romanticismo – cosa di cui parlavamo prima che la mia splendida sorel a ottimista e idealista rovinasse il momento –, hai l’aria piuttosto raggiante e soddisfatta, Charlie. Sei stata bene ieri sera?»

«Molto bene, grazie.» Nel ’entrare in cucina con la pel e ancora umida per la doccia e una vestaglia di cotone rosa scuro, Charlie abbassò gli occhi e sorrise. «Sì, è stata una serata molto piacevole.»

Si sedette e si versò una tazza di caffè.

Emma aspettò.

«Al ora?» disse infine. «Cos’è successo?»

«Ci siamo divertiti» rispose Charlie. «Abbiamo visto lo spettacolo di flamenco, chiacchierato, lui mi ha parlato di Madrid, io gli ho parlato del a mia famiglia, siamo stati bene.»

«D’accordo» la incalzò Emma. «Ma cos’è successo?»

«Charlie non è come noi, Emma» intervenne Lulu. Mise a cuocere la verdura, la girò e si unì al e altre al tavolo. «Lei non ha sorel e, ha diritto a una vita privata. A pensarci bene dev’essere bel o.»

«Ora che ho la tua attenzione, chi è il tipo con cui hai pranzato venerdì?» le chiese Emma.

«Come?» Dimenticando per un istante i problemi dei genitori, Lulu la guardò incredula. «Chi sei, il capo del a polizia segreta, distaccamento di Londra Nord?»

«Venerdì la mia col ega aveva un appuntamento dal ’oculista e dal marciapiede di fronte ti ha visto uscire da quel a disgustosa tavola calda che ti piace tanto con un uomo alto che ti faceva ridere. Ti ha salutato con la mano, ma tu non l’hai vista perché eri troppo occupata a ridere. Al ora, chi era?»

«Ooh… pettegolezzi!» Sophie batté le mani entusiasta. «Lulu ha avuto



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